Il “Grande Cretto” di Alberto Burri

«ecco, se devo fare qualcosa, io posso farlo qua (...) Io farei così: compattiamo le macerie (...) le armiamo per bene, e con il cemento facciamo un immenso cretto bianco, così che resti un perenne ricordo di questo avvenimento»

ALBERTO BURRI

All’ “Appello di Solidarietà” redatto nel 1970 e firmato da grandi personalità della cultura come Leonardo Sciascia, Renato Guttuso, Cesare Zavattini, Corrado Levi e tanti altri, rispose anche Alberto Burri.

Burri nel 1981 visitò la nascente Gibellina, le sue piazze, i suoi monumenti, le sue opere d’arte e dopo un accurato giro di ricognizione con Ludovico Corrao ed i suoi collaboratori, disse: «Io qui non ci faccio niente di sicuro (...) voglio vedere i ruderi della vecchia Gibellina»Burri arrivò sui ruderi di Gibellina al tramonto, in quella luce crepuscolare i suoi occhi videro riemergere la morte, il dolore, la distruzione. L’impatto fu emotivamente forte tanto da affermare: «ecco, se devo fare qualcosa, io posso farlo qua (...) Io farei così: compattiamo le macerie (...) le armiamo per bene e con il cemento facciamo un immenso cretto bianco, così che resti un perenne ricordo di questo avvenimento» (Alberto Burri).

Dopo la visita alle rovine di Gibellina, ritornato a Città di Castello, insieme all’amico e architetto Alberto Zanmatti (responsabile del progetto realizzativo del “Grande Cretto"), Burri incominciò a lavorare al plastico. «Con Alberto Burri, preparammo le planimetrie perimetrando la zona dell’intervento con un rettangolo che copriva quasi tutta la superficie dei ruderi (...). Burri impaziente su di un plastico del terreno, preparato in quattro e quattr’otto, distese nei limiti del rettangolo ipotizzato, la superficie di malta bianca per ottenere il “Cretto”. Incise la rete viaria principale, lasciando che il “Cretto” (cioè le crepe) si formassero spontaneamente... Solo allora capimmo la grandezza del progetto» (Alberto Zanmatti).


I lavori per la realizzazione del “Grande Cretto” iniziarono nell’agosto del 1985, poi interrotti nel dicembre del 1989 e dopo una lunga storia burocratica, vennero ripresi nel 2013. Il “Grande Cretto” fu completato nel maggio del 2015, così come aveva ideato e progettato Alberto Burri. La superficie dell'opera copre un territorio rettangolare di circa 270 per 310 metri eed è composta da 122 blocchi di cemento (isole) alti circa m. 1,60 che inglobano le macerie dell’antica Gibellina.

Come Arrivare

da PALERMO

(Aeroporto Falcone e Borsellino)
Immettersi nell'autostrada A29
in direzione MAZARA DEL VALLO
|
Uscire allo svincolo di
SALEMI - GIBELLINA NUOVA
|
Seguire le indicazioni per
GIBELLINA NUOVA
|
proseguire per SANTA NINFA lungo la S.S. 119 e seguire le indicazioni stradali per il "Grande Cretto" e "Ruderi di Gibellina"

da TRAPANI

(Aeroporto Vincenzo Florio di Birgi)
immettersi nell'autostrada A29
in direzione MAZARA DEL VALLO
|
uscire allo svincolo di
SALEMI - GIBELLINA NUOVA
|
seguire le indicazioni per
GIBELLINA NUOVA
|
proseguire per SANTA NINFA lungo la S.S. 119 e seguire le indicazioni stradali per il "Grande Cretto" e "Ruderi di Gibellina"

da AGRIGENTO

(S.S. 115 Sud Occidentale Sicula)
seguire la S.S. 115
in direzione Castelvetrano (TP)
|
Imboccare l'autostrada A29
in direzione Palermo
|
uscire allo svincolo di
SALEMI- GIBELLINA NUOVA
e seguire le indicazioni per
GIBELLINA NUOVA
|
proseguire per SANTA NINFA lungo la S.S. 119 e seguire le indicazioni stradali per il "Grande Cretto" e "Ruderi di Gibellina"

Contatti

Follow us on